Tuesday, October 04, 2005

Daily me, daily them

Il Daily me e' la personalizzazione su misura. La possibilita' di ricevere via Internet solo le notizie che ci interessano.
Nicholas Negroponte ne parlava gia' dieci anni fa. Ora la Rete (e non solo) mette a nostra disposizione sempre piu' strumenti per renderlo una realta'. E quando quello che sembrava futuro diventa presente si comincia a scoprirne i lati oscuri.

Nel suo libro Republic.com (tradotto anche in italiano), Cass Sunstein si pronuncia decisamente a sfavore dell'eventualita' della pervasivita' del Daily me.
Secondo il docente ci sono alcune precondizioni essenziali
  1. le persone dovrebbero essere esposte a esperienze che non hanno preventivamente scelto
  2. le persone dovrebbero avere un certo numero di esperienze in comune, senza le quali risulta difficile capirsi e affrontare di problemi sociali. Un collante sociale, nella definizione di Sunstein.
Il libro e' del 2001 e Sunstein non sta parlando di blog, ma il discorso e' facilmente assimilabile, tanto e' vero che se ne parla anche nella blogosfera nostrana. E il rischio e' reale.

"...anche se in Rete sono rappresentate posizioni diverse,(...) la mia tendenza è di accedere a quelle affini e scartare quelle contrarie alle mie opinioni consolidate" scrive Antonio Roversi.
Molti di noi saranno disponibili ad accedere a opinioni diverse, ma molti no.
Molti non hanno tempo.
Molti, quasi tutti, usano la Rete per ottenere informazioni e ancora non la vedono la Rete, e la blogosfera come un luogo di conversazione.
Il profilo di un blogger non e' cambiato sostanzialmente negli ultimi anni.
Le cose stanno cambiando ma molto lentamente e il problema del digital divide non e' da sottovalutare, non e' una mera questione di tempo, se ascoltiamo i dati che dicono che negli ultimi anni l'incremento nella diffusione di Internet e dell'uso che se ne fa (ora non riesco a trovare la ricerca ma so che e' online e la recuperero').

La differenza tra un Daily me e un blog, pero' - e questo non va dimenticato - e' che il filtro principale e' la persona. Non nel senso di una persona pagata per mettere insieme quello che ti interessa. Ma una persona che si guarda attorno e filtra (per te che leggi) quello che ritiene utile o interessante o divertente ecc. Una persona, in quanto tale, questa la novita'.

Mi sa che pero' il problema si ripropone a livello aggregato.
E qui entrano in gioco i criteri di aggregazione. Appunto.


Vedi anche:
- The promise of the Daily me (JD Lasica sull'Online Journalism Review)
- Daily we (Sunstein)


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